venerdì 4 gennaio 2008

Collegamenti elettrici

Questo è il piano di appoggio dei binari da tergo.


Il bus Dcc è stato realizzato con cavo bipolare per diffusori acustici da 1 mm quadro di sezione. I feeders e le alimentazioni per la polarizzazione del cuore sono state collegati al bus per mezzo di comuni mammout da 2,5 mm.


Il cavo bipolare è stato fissato al piano di appoggio tramite queste clips della Noch e colla a caldo.


In questa immagine è possibile vedere un dettaglio dei collegamenti: i cavi arancione, marrone scuro e bianco andranno collegati ai Blue Point e servono per polarizzare il cuore; il piccolo foro sulla destra, in basso, permette il collegamento tra Blue Point stesso e tirante del deviatoio.


2 commenti:

  1. Bravo Marco, vedo che nelle vacanze di Natale ci hai dato dentro. Alcuni pensieri.
    1) Il telaio del plastico rimarrà sempre solamente appoggiato sulle mensole? In tal caso, non sarebbe utile pensare ad una costruzione in due o più parti per un futuro (chissà) disassemblaggio e trasporto in altro loco?
    2) La saldatura dei feeder alle scarpette non mi ha (mai) convinto: invece di sovradimensionare, non sarebbe stato meglio saldare i fili direttamente alle rotaie?
    Complimenti per la "pulizia" dei lavori e la completezza della spiegazione, continua così, magari ne può uscire un libro o, almeno, un articolo sulle migliori riviste italiane!
    Infine, spero comprerai una scorta abbondante di babbucce (o pattine) per quando ci inviterai, non vorrai mica che ti roviniamo il parquet, neh?

    RispondiElimina
  2. Ciao Mario.
    Innanzitutto grazie per i complimenti.
    I tuoi pensieri toccano due aspetti costruttivi che hanno comportato decisioni "sofferte".
    Il telaio è semplicemente appoggiato ai 5 bracci delle mensole e non è fissato con nessuna vite od altro. Inizialmente temevo che questa scelta potesse comportare una certa mobilità/instabilità della struttura. I braccetti ad L sono dotati, però, di un piccolo fermo (è quel "baffo" che vedi bene nella prima immagine del post del 28-12); mettendo la massima cura nella realizzazione "dell'ossatura" in legno sono riuscito, qundi, a costruire un telaio della profondità di 25 cm esatti la cui lista esterna (quella che vedi in primo piano nelle stessa foto di cui sopra)si pone a ridosso del fermo.
    In altri termini (e come avrai modo di appurare di persona)appoggiando la struttura sui 5 bracci ad L questa viene bloccata dai fermi e non presenta giochi di alcun tipo, in senso orizzontale.
    La struttura può dunque essere messa in posizione e tolta molto facilmente abbassandola od alzandola dalla sua sede.
    Anche la suddivisione in più sezioni del modulo è stata presa in considerazione ma subito scartata per motivi sia di rigidità della struttura e, sportattutto, di semplificazione costruttiva (conservo ancora il ricordo del sezionamento in tre parti del piano di binari di Poggionovo... ).
    Effettivamente una mensola da 2,5 mt non è molto trasportabile però in questo caso aiuta l'esigua profondità del manufatto.
    Ad esser sincero anche a me la saldatura sulla scarpetta non fa impazzire, però nel caso specifico penso sia il miglior compromesso possibile tenuto conto che l'esigua sezione del binario ME (a differenza del Peco è un cod. 55 vero) e la esigua spaziatura tra le traversine (sono più fitte dei Peco) rendono più difficile e rischiosa una saldatura del feeder direttamente al binario (in fase di saldatura rischi di sciogliere le traversine dei deviatoi).
    Un altro motivo per cui il metodo della scarpetta con Atlas e ME secondo me può funzionare è dovuta alle caratteristiche costruttive dei deviatoi Atlas, caratteristiche che conto di descrivere in un articolo in questo blog.
    Per le pattine tienti pronto perchè il deck 1 sarà pronto per l'esercizio (non paesaggiato) molto, molto presto ;-).

    RispondiElimina