lunedì 8 settembre 2008

Staging yard (seconda parte)

I lavori sono proseguiti con l'applicazione di un supporto di vetronite per il binario - in corrispondenza di quello già applicato sulla testata del modulo - e di un doppio strato di sughero.
Al supporto in vetronite è stata, sin da subito, eseguita una incisione per isolare elettricamente le due rotaie.


La staging avrà un solo deviatoio comandato da questo disposititvo della Caboose Industrie, nella foto è possibile vedere il corpo del comando ed i relativi accessori sulla sinistra (spessore e terminazioni per raccordare la leva di comando al tirante dei vari deviatoi commerciali).


Questo accessorio non consente di alimentare/polarizzare i cuori dei deviatoi Atlas 55 che hanno la particolarità costruttiva di presentare il cuore (interamente metallico) già isolato elettricamente.


Le loco in uso all'ATSF - Route 66 (GP 7 e successive versioni, SD 40 e successive versioni) non dovrebbero presentare problemi di funzionamento durante il transito sul cuore non alimentato, in caso contrario sostituirò quel comando con la versione munita di contatti.
La struttura della staging è stata completata con una fascia di protezione dei rotabili, ricavata da listelli di legno di sezione pari a 9x50 mm.
La parte di listello in prossimità della testata della staging è stata smussata con un seghetto da traforo in questo modo.


A lavori di falegnameria terminati...


... il bordo superiore della fascia è ad una quota di circa 4/5 mm inferiore rispetto a quella del tetto di un box car.


Segue.

lunedì 23 giugno 2008

Staging yard (prima parte)

Il progetto del plastico subirà una modifica.
Al fine di incrementare le possibilità di esercizio, ossia di consentire il gioco contemporaneamente a due crew composte da due operatori l'una, unitamente a Denny ho deciso che il plastico avrà sviluppo ad L, con un modulo fisso (quello già realizzato) ed uno mobile che a riposo risulterà posizionato come previsto nel vecchio progetto e durante le fasi di gioco rappresenterà la prosecuzione lato Est di quello attuale.
La staging yard - una sola - sarà posta sul lato Ovest e dovrà, come in precedenza, essere mobile, perchè ubicata di fronte alla porta di accesso della camera da letto.
Per realizzare la staging mi sono, quindi, preoccupato di reperire, in primo logo, soluzioni di aggancio/sgancio della staging che risultassero rapide e sicure per l'incolumità dei rotabili.
Per l'aggancio della staging alla testata del modulo ho risolto con l'ausilio di una squadretta di metallo ad L e relativa staffa di ancoraggio di cui una parte è stata asportata (la linea rossa è quella di taglio).


La staffa è stata poi fissata con quattro viti come da foto.


Anche la squadretta ad L è stata ancorata al piano della staging (lista di abete piallato perfettamente piana di sezione 2x9,5 cm e lunghezza 130 cm) con due viti da legno. L'aggancio una volta installato non presenta giochi di alcun tipo.


L'appoggio sul lato opposto della staging è stato, invece, risolto con soluzioni analoghe a quelle impiegate per l'ancoraggio del modulo (bacchetta a muro e braccio mobile) e con l'ausilio di questo accessorio.


Anche in questo caso l'ancoraggio risulta stabile.



lunedì 16 giugno 2008

Come eliminare le fessurazioni alla base dei fabbricati

Riccardo Olivero scrive su TTM del maggio 2003: “… un errore… (e molto comune sui plastici) è quello relativo alla sistemazione degli edifici sul terreno. Con preoccupante continuità ho notato, sia dal vivo sia sulle pubblicazioni specialistiche, case ed edifici di quasivoglia tipo (riprodotti magari con ammirevole impegno e precisione) che letteralmente “volano” sul terreno con evidente distacco lungo la linea della base per un imperfetto incollaggio. Un particolare che in sé denota assoluta mancanza di realismo perché ogni edificio (che non sia una palafitta) è ovviamente sempre legato la terreno con continuità lungo i muri perimetrali… “.
Da allora non ho mai mancato di notare questo particolare realizzativo anche se, ad onor del vero, sui lavori pubblicati in periodici esteri tipo Model Railroader e collegati, Loco Revue (ossia quelli che leggo di solito) è abbastanza infrequente notare simili lacune.
Per evitare l’imperdonabile errore, sin dal mio primo fabbricato ho, dunque, cercato un metodo e soprattutto un prodotto che, con semplicità, mi consentisse di eliminare le fessurazioni che affliggono in misura più o meno marcata tutti i kit di fabbricati/impianti o tutti gli accoppiamenti fra questi del il terreno del plastico/diorama.
Ho scartato sin da subito il classico “filo” continuo di erba perché, al vero, ben raramente un fabbricato presenta vegetazione per l’intero suo perimetro.
Volendo privilegiare la facilità d’impiego ho anche eliminato prodotti tipo stucco modellistico o stucco per legno dato il loro basso potere adesivo, perché meno lavorabili rispetto ad altre soluzioni, possono necessitare di carteggia tura e sono di colore spesso non adatto (ad esempio il Milliput Superfine è bianco e, dunque, una volta applicato rende indispensabile un ritocco estetico di colore della zona trattata).
I filler non sono adatti quando si accoppiano fabbricati a basi di terra battuta e quelli di consistenza più fine richiederebbero comunque numerose applicazioni per colmare le fessure più marcate.
Anche in questo caso sono ricorso ai “cugini” plasimodellisti e mutuato un semplicissimo metodo che alcuni di questi usano per eliminare le fessurazioni tra punti di giunzione di parti di kit, ossia l’uso di colla vinilica.
In questo caso la stuccatura è operazione molto agevole e rapida.
Partendo da un fabbricato già incollato alla base.

Si applica con uno stuzzicadente un piccolo quantitativo di colla vinilica lungo il perimetro.

Si elimina l’eccesso con un cottonfioc appena inumidito d’acqua senza premere troppo sulla giunzione ossia lasciando prodotto leggermente in abbondanza (la colla vinilica a differenza dello stucco perde, infatti, parecchio volume una volta essiccata, al punto che le fessurazioni più ampie potrebbero richiedere più applicazioni). Con lo stesso metodo ho stuccato anche il punto di giunzione tra muri perimetrali del fabbricato ed il tetto.

Il giorno seguente può essere completato il lavoro con una sporcatura alla base del fabbricato con pigmenti o simili.

Se non si vuole ricorrere all’invecchiamento e qualora il classico aspetto della colla vinilica essiccata (bianco/grigio semitrasparente) non dovesse risultare compatibile con quella del fabbricato o del terreno è sufficiente aggiungere alla colla, prima della sua applicazione una piccola quantità di colore acrilico cromaticamente compatibile con le parti da stuccare, eventualmente facendo precedere l’applicazione da un test su materiali di scarto per la scelta della giusta tonalità.


martedì 3 giugno 2008

Installazione fascia e manopole tiretti

Nei giorni scorsi ho avuto modo di proseguire i lavori.
Con liste di legno di sezione quadra da 2x2 cm e della lungezza di 9 cm ho realizzato dei supporti per la fascia frontale.


Nelle fasce di masonite da 10 cm di altezza ed in corrispondenza del cavo dei tiretti, ho praticato dei fori con sega a tazza da 38 mm di diametro.


Il bordo dei fori è stato successivamente carteggiato e rinforzato con pennellate di colla vinilica molto diluita. Con la stessa colla (e con il solo ausilio di morsetti e pesi) ho, poi, fissato le fasce alla parte anteriore del modulo.


Agli spigoli del modulo le liste di masonite sono state raccordate tra loro per mezzo di tondini di legno da 3 mm di diametro, incollati e stuccati (sempre con sola colla vinilica) come da foto.


La scelta delle manopole dei tiretti è ricaduta su questo modello che presenta un foro centrale da 4 mm.


Per applicare tutte le manopole alla stessa distanza dalla lista perimetrale del modulo e perfettamente perpendicolari ad essa è stato sufficiente inserire tra manopola e lista degli spessori costanti.


Lo scarto tra diametro del cavo del tiretto (2 mm) e quello del foro della manopola (4 mm) consente un agevole centraggio della manopola in fase di installazione. Anche l'uso di colla ciano in gel aiuta nell'operazione di fine tuning.


La colorazione della fascia verrà eseguita solo a plastico finito.

lunedì 21 aprile 2008

Invecchiamento con i pastelli Carbothello

Uno dei metodi più noti e probabilmente utilizzati nel modellismo per simulare colature di varia natura (principalmente ruggine) è quello che prevede l’impiego di colori ad olio.
Su una base finita con trasparente lucido si applica, con un pennello molto fine, un piccolo punto di colore ad olio non diluito, successivamente si “tira” il colore con un pennello asciutto o leggermente inumidito di diluente sino al raggiungimento del risultato voluto e quindi si sigilla il colore con una seconda mano di trasparente (questa volta opaco).
Questa tecnica presenta vantaggi (su tutti, la finitura lucida consente facili correzioni durante la lavorazione) ma l’inconveniente di richiedere tempi di lavorazione lunghi (almeno uno/due giorni di attesa per la completa essiccazione della base e due/tre per quella dell’olio) ed una buona dosa di manualità ed esperienza del modellista per il raggiungimento di buoni risultati.
Di recente, un plastimodellista italiano, Pierfrancesco Grizi - “aeroplanaro” molto attivo su alcuni forum italiani - ha introdotto una nuova tecnica per realizzare colature, sporcature e sfumature di colore che prevede l’utilizzo di pastelli Carbothello prodotti dalla Stabilo.
I Carbothello sono matite la cui anima è costituita da un materiale a metà strada tra il carboncino e la mina matita. Sono reperibili in negozi di materiali per belle arti e sono disponibili in 60 tonalità, tra cui diverse terre e numerosi grigi (caldi e freddi).
L’enorme vantaggio che questi pastelli concedono al modellista - soprattutto per chi lavora con scale molto piccole come la N nel ferromodellismo, o la 1/72 nel plastimodellismo - è l’estrema precisione e facilità di impiego dello strumento e di dosaggio del prodotto.
Per eseguire una colatura è, infatti, sufficiente realizzare un tratto sulla superficie del modello, con mano leggera, poi con un pennello a setole rigide asciutto si ripassa il tratto (con movimento tipo dry-brush) sfumando a piacimento. I colori possono essere tranquillamente sovrapposti uno all’altro.
Il processo, prealtro, è totalmente reversibile, se il lavoro non dovesse soddisfare, il tratto può essere completamente rimosso con un cottonfioc inumidito di semplice acqua.
L’unica accortezza è quella di applicare il pastello su base rigorosamente opaca.
In vista della realizzazione dei fabbricati ATSF-Route 66 e dell’invecchiamento di carri e loco, ho voluto sperimentare questa tecnica utilizzando come modello un deposito caburanti che ho realizzato recentemente per un modulo Fremo. L’idea è quella di applicare colature di ruggine alle pareti dei serbatoi.


Per il test mi sono procurato (con relativa facilità) una decina di pastelli con varie tonalità di marrone e grigio.

ed un tamponcino per decoupage con stetole corte e rigide (può andar bene anche un pennello tradizionale a cui dovrà essere tagliata la parte teminale delle setole)

Per riprodurre l’effetto colatura, ho applicato una prima base di Light Ochre (cod. 685) su una superficie ampia

poi sfumata con il tamponcino

al quale ho sovrapposto un secondo tratto più sottile di Burnt Umber (cod. 625) anch’esso sfumato ma con mano più leggera

I piccoli punti scuri (realizzati con Bister cod. 635) simulano i punti di ruggine da cui hanno origine le colature.

Una variante della tecnica prevede l’impiego di un pennello (non mutilato) inumidito d’acqua per ripassare il tratto con gesto simile a quello che si esegue quanto si “tira” l’olio.


martedì 8 aprile 2008

Riproduzione del terreno secondo Manfred Neurauter

Manfred Neurauter è un bravo ferromodellista austriaco, membro del gruppo N-Track, il cui modulo stile USA, alla scorsa edizione del Modell Sud di Stoccarda, ha ricevuto un importante riconoscimento nell’ambito del concorso indetto dall’associazione Inganet.

Oltre ad essere un modellista dalle eccellenti doti tecniche, soprattutto per quanto concerne la realizzazione dello scenery, Manfred è persona molto simpatica e disponibile; durante quella manifestazione - in cui ho avuto modo di appezzare le qualità del suo modulo - alla mia richiesta di quali fossero i metodi usati per la realizzazione del terreno, non ha, infatti, esitato ad allestire in pochi istanti una breve sessione pratica in cui ha mostrato una tecnica semplice, efficace e di rapida esecuzione, talmente rapida che ho avuto parecchie difficoltà nel raccogliere una sequenza di immagini delle varie fasi di lavorazione.
Poiché la qualità delle fotografie mi sembra accettabile ho deciso di riproporre quella sequenza sul blog ATSF-Route 66.
Per riprodurre il terreno Neurauter non utilizza prodotti commerciali ma terra vera raccolta in vari siti (dal giardino di casa ai luoghi più disparati degli USA) opportunamente setacciata e suddivisa per colore e granulometria.
In questa prima foto una serie di campioni di terre

Le operazioni di posa iniziano cospargendo l’area da trattare con un primo tono di terra finissima al quale…

... viene sovrapposta, solo su alcune zone, un secondo strato di terra più chiara (sempre finissima), al fine di spezzare la monotonia cromatica

per ottenere variazioni di texture, alcune aree del terreno vengono trattate con terra di tono compatibile ai precedenti ma di grana più grossa

...
la vegetazione bassa viene riprodotta usando Coarse Turf della Woodland Scenics (in questo caso riconfezionato dalla Noch), in due colori, quello chiaro potrebbe essere un Burnt Grass o Light Green e quello più scuro un Medium Green o Dark Green. Nell’immagine viene posato il Coarse più chiaro
....

al quale segue ancora terra a grana grossa ma dal colore più chiaro

poi il Corase più scuro

infine, per fissare terra e schiuma viene dapprima cosparsa l’area con acqua e l'ausilio di uno spruzzatore

e successivamente con colla vinilica molto diluita

In definitiva, con un solo passaggio, vengono realizzati sia il terreno (con aree di diverso colore e consistenza), sia la vegetazione (in differenti colori).

Questo il risultato del metodo applicato al plastico.

In chiusura una breve serie di altre immagini del modulo.